Le mutazioni genetiche
il botanico olandese Hugo de Vries
definì le mutazioni come caratteristiche che appaiono nel fenotipo(
è l'insieme di tutte le caratteristiche osservabili di un organismo
vivente).
Una mutazione è un cambiamento del
numero di nucleotidi in un segmento di acido nucleico. Le mutazioni
avvengono nei gameti, o nelle cellule che danno origine ai gameti.
Alcune mutazioni riguardano l'aggiunta,
la perdita o la sostituzione di un singolo nucleotide e sono chiamate
mutazioni puntiformi. Se l'amminoacido viene inserito diverso da
quello presente si chiama mutazione di senso, come per l'anemia
falciforme che contiene 4 catene polipeptidiche due alfa e due beta,
le catene alfa sono normali e presentano l'acido glutammico, le
catene beta contengono l'amminoacido valina.
Capita però che la sostituzione di un
amminoacido con un altro non comporti conseguenze per le proteine.
Un altro tipo è la mutazione non
senso, quando il nucleotide viene scambiato con un codone di arresto,
questo provoca la fine della sintesi proteica e spesso è origine di
malattie gravi.
Poi c'è la mutazione silente, quando
al nucleotide non corrisponde un amminoacido nel momento della
traduzione e quindi non si hanno conseguenze per l'individuo.
Se si perde una proteina si chiama
delezione, l'aggiunta insertimento di nucleotidi in un gene.
Esistono delle mutazioni spontanee che
derivano dalle sostanze tossiche dai processi metabolici della
cellula, come radicali liberi che interagiscono con il DNA
modificandolo, altre mutazioni sono date dai mutageni, come i raggi
X.
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